(CAVALIERI MARVEL)
N° 120
NINJA
1.
I
Serpentieri sono un’antica setta giapponese di abili e spietati assassini.
Nessuno sa con certezza quale fosse la loro origine ma ci sono leggende secondo
cui non siano completamente umani, che siano posseduti dagli Oni, gli spiriti
malvagi della mitologia giapponese, e che non possano essere uccisi.
Su
quest’ultimo punto Elektra Natchios, ereditiera greca, ninja ed assassina a
pagamento, potrebbe smentire le leggende: lei li ha uccisi tutti… due volte.
Forse, dopotutto, le leggende hanno qualche fondamento o forse, più banalmente,
c’è gente nuova sotto vecchie maschere, eppure…
La
ninja greca non può fare a meno di pensare che forse sotto la maschera di
Tekagi, il capo dei Serpentieri, si cela davvero il suo fratellastro Orestez
anche se lei sa benissimo di averlo squartato con la sua katana per poi
tagliargli la testa e spedirla all’oyabun[1]
della Yakuza[2] Matsu’o Tsurayaba.[3] Del
resto lei stessa era stata uccisa da Bullseye e successivamente è resuscitata
grazie ad un magico rituale non potrebbe essere successo lo stesso ad Orestez?
Elektra
scaccia questi cupi pensieri. Ha fatto in modo che i Serpentieri seguissero lei
e la vigilante giapponese che si faceva chiamare Shi fino al suo teatro off
Broadway in modo da poterli combattere sul suo terreno. Anche se Tekagi avesse
capito che era una trappola non avrebbe rinunciato ad un altro scontro con lei,
Elektra ne è più che certa.
Deve
solo aspettare e sa già che non sarà un’attesa lunga.
Harold
Francis Callaghan Sr è stato un poliziotto, un detective, un ispettore come li
chiamano a San Francisco. I suoi modi spicci, spesso oltre i limiti dei
regolamenti, e gli scontri con i superiori hanno impedito che fosse promosso ma
questo non vuol dire che non sia stato un buon poliziotto: ha eliminato un paio
di pericolosi serial killer, sgominato una rete di colleghi trasformatisi in
vigilanti, salvato il Sindaco da terroristi interni ed altre cose interessanti.
Adesso, a più di novant’anni, si sta godendo la pensione ed ha ancora una
salute di ferro ed una tempra d’acciaio.
La
ragazza latinoamericana che lo ha fermato mentre tornava a casa è ora nel suo
salotto bevendo un caffè e gli sta raccontando di essere arrivata dal Sud
America ma di aver scoperto che chi l’aveva portata negli Stati Uniti voleva
farla prostituire.
-Ho finto di non ribellarmi ma ho approfittato
della prima occasione utile per scappare e cercare aiuto.- conclude.
-Capisco.- replica Harry mentre apre un
cassetto -Ma perché è venuta da me?-
-Ho sentito parlare di lei. È un ex poliziotto.
Ho pensato che poteva offrirmi un rifugio per stanotte e poi portarmi lei alla
polizia.-
-Ma davvero? La tua è una bella storiella, ma
fa acqua da tutte le parti.-
Harry
si volta di scatto ed ha in mano una pistola.
-Ma cosa fa
Señor Callaghan?- esclama la ragazza.
-Sono vecchio ma non sono stupido. So delle
serial killer che si trasformano in giaguari e scommetto che sei una di loro,
quindi ora sta buona mentre chiamo i miei ex colleghi. Se hanno ragione loro,
non corro rischi che tu possa trasformarti in giaguaro visto che accade solo
durante il sesso.-
-Ci sono molti modi di eccitarsi, vejo.. E comunque non sono sola.-
Gli
occhi della ragazza diventano gialli mentre da fuori arriva un cupo ruggito.
-Hai ragione vecchio. Normalmente è il sesso a
far scattare la, trasformazione ma stavolta il mio signore e padrone è qui con
me ed ha garantito alle sue figlie un maggiore potere. Osserva!-
La
ragazza comincia a cambiare, le sue vesti si stracciano mentre il suo corpo
cambia in quello maculato di un giaguaro e lei si mette a quattro zampe. Dalla
sua gola esce un ruggito
Harry
Callaghan reagisce d’istinto ed è questo probabilmente a salvargli la vita.
Spara contro la creatura che ha di fronte prima ancora che la trasformazione
sia completata. La donna giaguaro è sbalzata indietro contro una parete.
Se
quello che suo figlio gli ha raccontato è vero, non basterà ad ucciderla ma lui
non resterà ad accertarsene. È sopravvissuto a tante cose quando era un
poliziotto e non intende farsi ammazzare a novant’anni da una gatta mannara o
quello che è.
Esce
all’aperto ma la corsa seppur breve ha il suo prezzo. Il cuore gli batte in
maniera forsennata. Deve fermarsi.
Si appoggia al cancello
ed è allora che vede l’uomo che viene verso di lui. Ma è davvero un uomo? Porta
una maschera a forma di muso di giaguaro o quella è davvero la sua testa? ai
suoi lati scivolano flessuose due pantere nere.
Stavolta
è davvero finita, pensa Harry.
Rex
Carpenter esce sulla terrazza e contempla il panorama di Los Angeles in
direzione dell’Oceano Pacifico. È stato un lungo cammino, pensa, ma ormai è
quasi finito.
Suo
sorella Astrella esce a sua volta in terrazza e gli posa le mani sulle spalle.
-A cosa stai pensando?-gli chiede -Non dirmi
che sei preoccupato per le elezioni. Il tuo avversario non ha la minima
speranza e tu lo sai.-
Rex
sorride. Si volta ed accarezza il volto della sorella sfiorando il tatuaggio a
forma di stella che ha sulla guancia destra.
-Non credevo davvero che sarei arrivato sin
qui, è stato più facile del previsto.-
-Gli elettori ti adorano, li hai davvero
conquistati. E il Senato è solo il primo passo. Un giorno tu sarai Presidente,
è nel tuo destino, io lo so.-.
-E se anche avessi ragione, quale prezzo dovrò
pagare per la mia ambizione? A che giova, infatti, all’uomo guadagnare il mondo
intero se perde la propria anima?-[4]
-Perché dici così?-
-Perché c’è sempre un prezzo da pagare per
certe cose ed io ancora non so quale sarà.-
-Non pagherai nessun prezzo, te lo garantisco
ed in caso ci fosse, sarò io che dovrò pagarlo.-
Dopotutto,
pensa, Astrella, è lei quella che ha venduto la propria anima.
2.
L’entrata del teatro è chiusa
ma non è certo un semplice portone che può sbarrare la strada a Tekagi ed al
resto dei Serpentieri. Entrano con facilità, infatti, muovendosi nei locali bui
senza alcun problema ed a un cenno del loro leader si disperdono in cerca delle
loro prede.
Tekagi
raggiunge la platea e dice:
-Ti nascondi, Elektra? Non dirmi che hai paura!
Non sarebbe da te.-
-Sono qui.- replica una voce dall’ombra,
D’improvviso
la luce dei riflettori illumina un settore del palcoscenico rivelando la
presenza di Elektra con la katana stretta nella destra.
Tekagi
fa una risatina e balza sul palcoscenico. Proprio in quel momento le luci si
spengono di nuovo ed il salone piomba nella totale oscurità.
-Credi davvero che un trucchetto del genere
basti a disorientarmi? Se è così sono molto deluso, Elektra.-
-Chissà?- è la risposta che arriva da dietro le
sue spalle.
Un
attimo dopo l’affilata lama di una katana penetra nella sua schiena.
In
un’altra zona del teatro una donna attende e riflette sugli strani casi del
destino che l’hanno portata qui e adesso. Non si fa illusioni: o i Serpentieri
saranno eliminati oggi o sarà le a morire per mano loro, quindi non le resta
altra scelta.
Nascosta
nell’ombra attende il primo dei suoi nemici e finalmente la sua attesa è
premiata: tra le ombre distingue una figura in costume. È Enteki l’arciere.
Dicono che nessuno sia migliore di lui in tutto il Giappone.
La donna di nome Shi si
concede un leggero sorriso mentre impugna il suo arco pensa che stanotte si
vedrà se è davvero così. Incocca la freccia e chiude gli occhi mentre ricorda
gli insegnamenti del suo maestro.
Sgombra la mente da
ogni altro pensiero che non sia il suo bersaglio e lascia partire la freccia.
Osaku è l’unica donna
del gruppo dei Serpentieri, la sua specialità sono gli shuriken, le piccole ma
letali armi da lancio dei ninja, ed i pugnali.
Si muove circospetta
lungo il corridoio che porta ai camerini e riflette. Tutto troppo silenzioso,
troppo tranquillo, pensa. Dov’è la sua preda?
-Cercavi me?-
La
voce di donna dal tono vagamente ironico echeggia alle sue spalle. Osaku si
gira di scatto e si trova di fronte una ragazza dai capelli biondi che indossa
un costume simile a quello di Elektra ma nero invece che rosso.
-Tu!- esclama Osaku -Tu non sei…-
-Shi? Ovviamente no. Puoi chiamarmi Cigno Nero
se vuoi.-
Osaku
non replica, non a parole almeno. Quasi dal nulla ecco le sue mani impugnare
due pugnali.
-Un bello scontro all’arma bianca?- commenta
Cigno Nero con un sorrisetto -Perché no? Divertiamoci allora.-
Getta
a terra la sua katana proprio mentre Osaku vibra un primo fendente che lei
evita gettandosi indietro e facendo una capriola. Non l’ha ancora completata
che già ha estratto uno dei suoi pugnali dalla fondina alla sua coscia e lo ha scagliato
contro la sua avversaria.
Il
pugnale compie una breve parabola per poi conficcarsi nella gola di Osaku.
Contro ogni aspettativa la ninja non cade e dopo un attimo di apparente
smarrimento le sue dita stringono l’elsa del pugnale per poi strapparselo dalla
gola.
-Elektra mi aveva avvertito che tu ed i tuoi
compagni sareste stati difficili da uccidere.- dice Nina McCabe rimettendosi in
piedi -…ma difficile non significa
impossibile.-
Osaku,
la cui ferita sta già guarendo, avanza verso di lei. Cigno Nero si abbassa, le
sue dita si stringono sull’impugnatura della sua katana, le sue gambe scattano
verso quelle della sua avversaria facendola cadere in avanti poi si rialza
mentre Osaku resta a terra.
-Che scherzo mi stai combinando?- chiede Cigno
Nero senza ricevere risposta.
Usando
il piede gira il corpo di Osaku e scopre che si è conficcata nel cuore il suo
stesso pugnale.
-A quanto pare non sei proprio invulnerabile
alle tue stesse armi, ma giusto per stare tranquilla…-
Raccogliendo
tutta la sua forza Nina cala la sua lama sul collo della sua nemica.
3.
La freccia parte e
compie tutta la sua traiettoria con un leggero fischio, quanto basta perché i
sensi acuti dell ninja chiamato Enteki lo avvertano e lo spingano a girarsi.
Troppo tardi, la freccia si conficca nel suo petto e lui cade all’indietro.
Shi
esce dal suo nascondiglio e lo raggiunge tenendo stretta tra le mani la sua
naginata. Fa qualche passo verso il suo avversario ma si ferma di botto perché
nonostante abbia la punta della freccia ben piantata nel cuore Enteki si sta
rialzando e contemporaneamente, apparentemente indifferente al dolore, ai
muscoli lacerati, al sangue che esce copioso dalla ferita, si strappa la
freccia dalla carne e la getta a terra.
Shi
aveva sentito parlare di questa sorta di immortalità dei Serpentieri, ma vedere
dal vivo come opera è tutta un’altra cosa e così rimane come paralizzata dallo
stupore. Il suo avversario ne approfitta estraendo un pugnale tānto[5] e
vibrando un fendente contro di lei. Shi si riscuote appena in tempo e lo evita
di misura. Ha solo guadagnato tempo, però. Come può battere un avversario che
non può essere ucciso? Improvvisamente ricorda cosa le ha raccontato Elektra
del suo precedente incontro con i Serpentieri. Forse può funzionare, pensa,
deve funzionare.
Evita
ancora un altro fendente e riesce ad afferrare il polso del suo avversario facendogli
perdere l’equilibrio. Mentre Enteki cade a terra Shi solleva la sua naginata e
la fa ricadere vibrando con tutte le sue forze un fendente al collo del suo
nemico. Ignora il sangue che le schizza addosso ed osserva la testa del ninja
rotolare lontano. Il corpo di Enteki ha qualche sussulto poi cessa del tutto di
muoversi.
Shi
si appoggia ad una parete, prende un profondo respiro poi finalmente si muove.
Vincendo il disgusto afferra la testa di Enteki e la scaglia oltre il ballatoio
del palco dove si trova. Anche ammesso che Enteki si possa rimettere in piedi
avrà un po’ da fare per ritrovarla. Anche se è sistemato, ne restano altri e
deve essere pronta ad affrontarli.
L’uomo, se tale è, si
ferma davanti a Harry Callaghan, indica la sua pistola e dice con voce grave:
-Quella non ti
servirà contro di me.-
-Sul serio?- ribatte il vecchio -Immagino,
quindi, che non ti dispiacerà se ti sparo lo stesso, giusto per provare.-
L’altro
ride e replica:
-Mi piace il
tuo atteggiamento, uomo. Non hai paura di morire.-
-L’ho già detto alla tua ragazza: alla mia età
ogni giorno può essere quello buono, quindi aver paura non ha molto senso.-
-Ti sei
guadagnato il mio rispetto. Farò in modo che la tua morte sia rapida ed il più
possibile indolore.-
-Fermo dove sei. Non ucciderai nessuno
stanotte!-
A
parlare è stata il Tenente Sabrina Morrell della Squadra Omicidi della Polizia
di San Francisco. Ai suoi lati l’Ispettore Harry Callaghan Jr e l’Agente
Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel. Dietro di loro si sta fermando il furgone
dell’unità speciale anti superumani della Polizia denominata Codice Blu guidata
dal Comandante Paul Carson.
-Dovrei essere
impressionato, donna?- dice
il presunto Dio Giaguaro rivolto a Sabrina.
-Puoi essere quello che vuoi ma al minimo gesto
ostile riceverai addosso tanto di quel piombo che, immortale o no avrai bisogno
di una gru per riuscire a rialzarti.-
Nel
frattempo sono arrivati altri poliziotti pesantemente armati che si dispongono
a semicerchio dietro i tre detective circondando la zona.
Le
pantere ai suoi lati fremono ed il Dio Giaguaro si rivolge loro:
-Pazienza,
figlie mie, non è ancora il momento.-
Il
Dio Giaguaro fissa Sabrina negli occhi e la donna ha la netta percezione che
non stia indossando una maschera. Non lo ammetterebbe mai ma sente un brivido
correrle lungo la schiena.
L’essere
parla ancora alle pantere:
-Uccideteli
tutti, figlie mie! Tutti tranne le donne, loro sono mie.-
Le pantere ruggiscono e spiccando un balzo in
avanti. Sabrina urla:
-Sparate! Sparate!-
Un
attimo dopo è l’inferno.
Tekagi
barcolla ma non cade. Si gira nella direzione da cui è venuto il colpo che
avrebbe dovuto ucciderlo e dice:
-Elektra, Elektra! Eppure ormai dovresti aver
imparato che non basta un colpo di spada ad uccidermi.-
-E se stavolta ti staccassi la testa dal collo
e poi la bruciassi?- replica Elektra uscendo dall’ombra -Non dirmi che ti
ricrescerebbe.-
-E chi lo sa? Tu dovresti ben sapere come la
morte possa essere una cosa temporanea per quelli come noi Forse non ne porti
più i segni ma scommetto che non hai dimenticato la sensazione che si prova
quando una lama ti squarta dall’inguine fino al collo, Non è così?-
Elektra
reprime a fatica un brivido mentre la sua mente ritorna alla fatale notte in
cui Bullseye la uccise con la sua stessa arma.[6]
Certo che ricorda quel momento e ricorda anche quando il mistico rituale della
Mano la riportò in vita.[7] La
fede e l’amore di Matt Murdock ripulirono la sua anima. Lei ha poi di nuovo
scelto il sentiero oscuro ma non ha dimenticato. Non può dimenticare.
La
sua lama cozza contro quella di Tekagi producendo scintille. Lo scontro
continua.
4.
Shi
osserva ancora per qualche istante il cadavere senza testa di Enteki. Non si è
ancora mosso ed ormai non lo farà più… o almeno lei lo spera. Ma dove sono gli
altri? La risposta giunge quasi subito.
Forse
è stato il sibilo della lama o forse solo un istinto primordiale, ma fatto sta
che Shi si getta a terra appena in tempo per evitare di essere colpita da una
pesante ascia. L’uomo che la impugna è chiamato Doka ed ancora una volta tenta
di colpirla e lei ancora una volta lo evita.
Non
ha nessuna intenzione di continuare all’infinito e tenta una mossa audace: si
tuffa verso Doka mentre lui è a braccia sollevate e gli trapassa il collo con
la sua lama. Doka barcolla e cade pesantemente mentre Shi balza evitandolo di
poco. La mano del gigante cerca di raggiungere la sua ascia ma Shi sa cosa deve
fare ormai. La sua lama cala sul collo del gigante una, due, tre volte.
All’improvviso
qualcosa si annoda al suo polso e lei si trova trascinata indietro verso quello
che è chiamato Feruze che la attende stringendo nella destra un tānto.
Shi si rende conto di avere poche possibilità
e non perde tempo. Scaglia la sua naginata e centra il suo avversario al cuore.
Sa di non avere tempo da perdere. Si, libera dalla corda, balza verso il suo
avversario, recupera la naginata e fa quello che sa di dover fare.
Quanti avversari sono
rimasti? E come se la starà cavando Elektra?
Da
un’altra parte del teatro un duello prosegue accanito. Tekagi è in gamba,
Elektra deve riconoscerlo, forse anche più di lei ma lo ha già battuto in passato
e può rifarlo, deve.
-Non ce l’ho con te Elektra.- le dice il suo
avversario -È vero, mi hai già ucciso due volte ma hai solo fatto quel che
dovevi e non perseguo la vendetta fine a se stessa. Il mio bersaglio stasera è
Shi e tu sei solo un ostacolo tra me ed il mio obiettivo.-
-Mi stai dicendo che se mi faccio da parte
risparmierai la mia vita?- replica Elektra
-Esattamente. Ti sto dando una possibilità.-
-Grazie ma purtroppo sono un’assassina con il
senso dell’onore ed ho promesso la mia protezione a Shi. Non mi tirerò indietro
e poi… ti ho battuto in passato e posso rifarlo.-
-Così mi piaci, Elektra: fiera e combattiva.
Avremmo potuto essere una gran coppia io e te.-
-Nei tuoi sogni.-
Il
duello riprende. Non è più il tempo delle parole, si combatte per la vita e
forse non solo per quella. Ognuno dei due avversari cerca un varco nella difesa
dell’altro e chi cederà per primo perderà lo scontro e la vita.
Elektra
scivola, rotola a terra. Tekagi alza la sua katana lanciando un grido di
trionfo.
-Sei mia!- esclama.
In
quel momento si ode il rumore di detonazioni ravvicinate. Proiettili
raggiungono Tekagi alla schiena. Il capo dei Serpentieri barcolla e perde la
presa sulla sua katana. Per qualche istante sembra che stia per cadere poi si
gira e vede davanti a sé il massiccio afroamericano di nome McKinley Stewart
con ancora in pugno una pistola.
-Il cagnolino di Elektra.- dice Tekagi -Se
desideri dare la tua vita per lei, sarai accontentato. Morirai prima di lei.-
Mentre
parla Tekagi balza addosso a Stewart, con una mossa rapida lo disarma, lo
costringe a terra e sta per infilargli il suo pugnale nella gola. Dal petto
spunta la lama della sua stessa katana che lo ha attraversato da parte a parte.
Riesce a stento a voltarsi per vedere Elektra incombere su di lui.
-Tu!!- esclama -Io…-
-Mi avevi dimenticato sia pure per un istante
ed un istante era tutto quello che mi serviva.- gli si rivolge Elektra.
Tekagi
prova a rialzarsi ma non ci riesce.
-La tua katana è magica non è vero? A quanto
pare anche tu sei vulnerabile ad essa.-
Tekagi
non risponde. Elektra afferra l’elsa della katana e con un gesto deciso la
sfila dal corpo del suo nemico. Nella sua mano sembra senza peso, facile da
maneggiare come se fosse fatta per lei. Vuole sangue di cui nutrirsi, Elektra
lo sente. Vuole sangue e lo avrà un’ultima volta.
Con
un gesto rapido e deciso Elektra spicca la testa di Tekagi dal suo collo. Per
qualche istante rimane ferma a fissare la lama insanguinata poi la scaglia ad
incastrarsi contro una vicina parete.
Cigno
Nero è l’ultima a raggiungere il palcoscenico dove si è appena svolto l’ultimo
atto dello scontro tra Elektra e Tekagi. Il suo cadavere è a terra e non molto
lontano sono posate la sua testa e quelle di due altri Serpentieri. In un
angolo Shi è in piedi silenziosa. Elektra sta con la testa appoggiata al petto
di McKinley Stewart.
-Non ditemi che è tutto finito e che abbiamo
vinto.- dice la ragazza,
-Sì abbiamo vinto, ma non credo che sia ancora
finita.- replica Elektra poi guarda Shi e le dice -I Serpentieri sono stati
sconfitti ma Azuma Gōda non si darà per vinto, lo sai. Per lui ormai è una
questione d’onore.-
-O me o lui.- replica Shi -So già che finirà
così un giorno o l’altro.-
Il
rumore di sirene in lontananza interrompe i loro discorsi.
-La Polizia sta arrivando qui. Temevo che
sarebbe successo.- dice Elektra -Charlotte Jones non è stupida.-
-Si mette male.- replica Mac -Non riusciremo di
certo a far sparire i cadaveri e ripulire questo posto nel poco tempo che
abbiamo.
-Ehm… credo che i cadaveri non siano più un problema.-
interviene Cigno Nero indicando il pavimento.
Il cadavere di Tekagi e
le teste sul palcoscenico si stanno dissolvendo in nuvole di fumo. Elektra non
ne è affatto sorpresa.
-Immagino che stia succedendo la stessa cosa
anche agli altri cadaveri.- commenta Shi -Avevo sentito dire che accadeva agli
adepti della Mano dopo essere morti. Non pensavo accadesse anche ai
Serpentieri.-
-Meglio così.- replica Elektra -Ora è meglio
che tu te ne vada. La Polizia non deve trovarti qui.-
-Sparire tra le ombre è la mia specialità ma
voi?-
-Non preoccuparti. Ho già pensato a tutto.-
-Sono in debito con te.-
-Lo ripagherai un altro giorno. Ora vai. Mac ti
indicherà la via per il lucernario.-
Il
massiccio pugile fa un cenno a Shi che lo segue. Lei si volta solo un attimo e
sussurra:
-Grazie.-
5.
Le porte del teatro si spalancano di colpo ed
irrompe l’intera Squadra di Codice Blu guidata dal Tenente Charlotte Jones.
Alle loro spalle ci sono: un uomo alto, sui trentacinque anni, vestito di scuro,
il volto incorniciato da una corta barba ed uno più anziano, più basso,
parzialmente calvo e con gli occhiali
All’interno, nell’atrio
solo un uomo di evidente etnia asiatica ed una donna alta dai capelli biondi e
corti.
-Libero.- dice Charlotte alzando la visiera del
casco.
-Si può sapere perché avete fatto irruzione
qui?- le si rivolge in tono indignato la bionda.
Charlotte
ordina di abbassare le armi, si qualifica e poi chiede:
-Voi chi siete e perché siete qui a quest’ora
in un teatro ufficialmente chiuso?-
-Mi chiamo Konnie Weiss e sono la direttrice di
questo teatro. Ho tutto il diritto di stare qui e venirci quando voglio. Ero a
cena con il mio fidanzato quando ho ricevuto la notifica di un ingresso non
autorizzato e così siamo corsi subito qui A controllare. Stavo appunto pensando
di chiamare la Polizia quando siete arrivati voi pronti a combattere una
guerra.-
-Posso confermare tutto.- interviene l’asiatico
-Mi chiamo King Lau e come ha detto Konnie eravamo insieme.-
King Lau?- esclama il Sergente Julius “Cane
Pazzo” Rassitano -Il campione coreano di arti marziali miste per caso?-
-Sono proprio io, Sergente. Non mi dica che era
un mio fan.-
-Ho seguito i suoi incontri. Mi sembrava una
faccia nota.-
-Gli chiederai l’autografo in un altro momento,
Rassitano.- interviene Charlotte Jones -Adesso dobbiamo perquisire questo posto
da cima a fondo.-
-Suppongo che abbiate un mandato o non vi
muoverete di lì.- ribatte Konnie.
Si
fa avanti l’uomo con la barba tenendo in mano dei fogli.
-Eccolo qua. Abbiamo dovuto svegliare un
giudice in piena notte per ottenerlo in fretta. Io sono il Detective Michael
Morissey della Squadra investigativa del Procuratore Distrettuale della Contea
di New York e sono stato mandato qui per garantire la regolarità delle
operazioni.-
-Non è una procedura insolita?-chiede King Lau.
-Questo è un caso insolito. Stiamo sulle tracce
di una vigilante in costume ricercata per multipli omicidi ed abbiamo buone
ragioni per credere che possa essersi rifugiata qui.-
-Il che non spiega ancora la sua presenza e
questo spiegamento di forze.-
-È perché questo teatro appartiene a...-
-Me.- dice all’improvviso una voce alle loro
spalle.
Tutti
coloro che già non sono orientati in quella direzione si voltano verso
l’ingresso dove si trovano una donna dai capelli neri che indossa un elegante
tailleur rosso ed un afroamericano massiccio dai folti baffi neri.
-Lei è…?- esclama Charlotte Jones.
-Elektra Natchios e come stava per dire il
Detective Morissey, sono la proprietaria di questo teatro e di altri edifici in
città.- replica la donna.
-La famosa killer a pagamento che ha lavorato
per Kingpin.-
-Presunta killer e sono stata prosciolta da
tutte le accuse. Non è convinta, Tenente?-
Charlotte
scuote la testa.
-La donna che ho incontrato questa sera e che
era in tenuta da ninja… non l’ho potuta vedere bene in faccia… ma potrebbe…
potrebbe essere proprio lei.-
-Peccato che io abbia un alibi, non è vero,
Mac?-
-Oh sì.- conferma con un sorriso McKinley
Stewart -Siamo rimasti insieme tutta la sera e lo saremmo ancora se qualcuno
non ci avesse rovinato una serata perfetta.-
Morissey
abbozza un sorriso. Lui sa perfettamente chi è Elektra ma ha ragioni personali
per sostenere la sua commedia.
-Bene, signori.- dice -Vogliamo procedere?
Anche se…-
-Non troveremo Shi, questo è certo ma ormai che
siamo qui tanto vale andare fino in fondo.- finisce per lui Charlotte
Ed
anche se non lo confesserebbe mai apertamente, il Tenente Joe La Bianca in
fondo è contento che sia andata così.
E’
tarda sera quando Ana Ishikawa arriva all suo appartamento. La Detective Rachel
Thompson avrebbe preferito portarla in quella che ha chiamato una casa sicura,
uno di quei posti dove la Polizia alloggia la gente sotto protezione, ma lei è
stata irremovibile ed è voluta tornare a casa sua. La Polizia ha comunque messo
due poliziotti all’ingresso del palazzo ed un’autopattuglia a fare il giro
dell’isolato, giusto in caso che tentino di nuovo di ucciderla.
Ana
si chiude la porta alle spalle ed accende la luce che rivela la figura di Shi
seduta sula divano a gambe accavallate.
-Ciao Ana.- le dice in Giapponese,
-Tomoe!- esclama Ana poi corre verso di lei e
l’abbraccia.
Per
un po’ le due donne rimangono semplicemente in silenzio strette l’una all’altra
poi Ana dice:
-Somo stata in pensiero per te tutto il giorno.
Ho seguito i resoconti dello scontro con i Serpentieri al Lincoln Center poi
siete spariti e non ho saputo più nulla.
-Ti racconterò tutto con calma.- replica Shi
-Ora ho bisogno di farmi una doccia e togliermi il trucco dalla faccia.-
Ci
vogliono pochi minuti, poi Tomoe Gozan, con indosso un kimono, è di nuovo
seduta sul divano al fianco di Ana.
-So che sei stata tu a mandare in mio aiuto
Elektra.- dice.
-In realtà si è offerta lei di farlo.- replica
Ana -E ne sono felice. È colpa mia se sei diventata un bersaglio.-
-Ho scelto io di assumere il ruolo di Shi,
nessuno me lo ha imposto e conoscevo i rischi.-
-E adesso?-
Il
volto di Tomoe si incupisce mentre risponde:
-C’è un solo modo di uccidere un drago:
tagliargli la testa. Affronterò Azuma Gōda e… lo ucciderò.-
Nella
solitudine del suo alloggio a New York Azuma Gōda, oyabun della Yakuza, è
giunto alla stessa conclusione.
Ha mandato contro Shi i
suoi migliori assassini e loro hanno fallito. A causa anche dell’interferenza
di Elektra, certo, ma non è una scusante. Se vuole redimere il suo onore non ha
che una scelta: affrontare Shi lui stesso ed ucciderla.
Si
avvicina ad una panoplia su una parete e ne stacca una katana che soppesa tra
le mani. È una delle lame maledette del Maestro Muramasa e quando sarà il
momento lo servirà bene.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Estremamente
scarne anche stavolta:
1)
I
più attenti di voi potrebbero aver trovato familiari i casi che cita Harry
Callaghan Sr ed in effetti dovrebbero esserlo -_^
2)
Gli
Oni sono demoni della mitologia giapponese ma avremo modo di riparlarne.
Se in questo episodio
ci siamo concentrati su Elektra e Shi, dal prossimo riprenderemo le fila delle
vite di altri nostri personaggi e ne sapremo di più sul sanguinario Dio
Giaguaro di Tierra Verde.
Carlo